MA
2018 — 2014
MA. Nella cultura giapponese MA si esplicherebbe in una perfetta relazione fra vuoto e pieno, una tensione pacifica per sottolineare la distanza tra gli elementi e una distanza nel tempo. Sono gli spazi lasciati vuoti che rappresentano il cielo, i laghi e le montagne, istanti di sospensione che lasciano allo spettatore il momento più alto della concentrazione e consegnano a chi li percorre o chi li abita la possibilità di interpretarli e avvertire sensazioni provenienti da altrove.
Questi Ma sono degli omaggi alla montagna e allo sguardo che, mentre intercetta lo skyline delle vette, si perde nel vuoto. Lo stesso che cinquecento anni fa intrigò Leonardo da Vinci e lo spinse ad eseguire con precisione alcuni disegni delle prealpi lecchesi osservandole dal tetto del Duomo di Milano. Cercando di ricostruire quel punto di vista e sovrapponendolo a uno personale, si è arrivati a replicarlo in pittura, fino a poter affermare con serenità che quei monti appartengono anche a chi li osserva quotidianamente tornando a casa. Sono gli stessi delle passeggiate, tra lago e monti.
Questi Ma sono degli omaggi alla montagna e allo sguardo che, mentre intercetta lo skyline delle vette, si perde nel vuoto. Lo stesso che cinquecento anni fa intrigò Leonardo da Vinci e lo spinse ad eseguire con precisione alcuni disegni delle prealpi lecchesi osservandole dal tetto del Duomo di Milano. Cercando di ricostruire quel punto di vista e sovrapponendolo a uno personale, si è arrivati a replicarlo in pittura, fino a poter affermare con serenità che quei monti appartengono anche a chi li osserva quotidianamente tornando a casa. Sono gli stessi delle passeggiate, tra lago e monti.