Paesaggio cancellato
1987 — 1990
A metà luglio 1987, dalle latitudini artiche, una grande massa di aria fredda scese verso l’arco alpino, sul quale stazionava una massa di aria molto calda e umida. La pressione si abbassò bruscamente, ma le temperature rimasero elevate. Dopo un periodo di forti piogge, che interessano tanto il fondovalle come i ghiacciai più alti, il 18 luglio alle 17.30 nel paese di Tartano un'enorme massa di acqua e fango si abbatté sul condominio La Quiete tranciandolo a metà. Aveva così inizio la più grave alluvione valtellinese in epoca storica, che fece decine di morti e ridisegnò per sempre il paesaggio di fondovalle.
Velasco in quell’occasione aveva realizzato in vari punti della vallata una serie di acquerelli e schizzi, tutti presi dal vivo; alcuni riguardavano particolari scorci urbani o naturali devastati dalla furia dell’acqua, altri comprendevano brani paesaggistici di più ampio respiro, quasi a volo d’uccello. Il paesaggio – spesso considerato un genere pittorico innocuo, depotenziato e addirittura decorativo – aveva acquistato, attraverso la serie di dipinti ricavati da questi fogli, una carica polemica assolutamente inedita e ciò avveniva, tuttavia, senza che l’artista tentasse di essere forzatamente realistico o descrittivo. Il paesaggismo di Velasco appare per certi versi “cugino” a quello di Turner, il grande artista ottocentesco che aveva raccontato la realtà e addirittura i fatti di cronaca attraverso la trasfigurazione dei dati reali medesimi.
Text © Crédit Agricole
Velasco in quell’occasione aveva realizzato in vari punti della vallata una serie di acquerelli e schizzi, tutti presi dal vivo; alcuni riguardavano particolari scorci urbani o naturali devastati dalla furia dell’acqua, altri comprendevano brani paesaggistici di più ampio respiro, quasi a volo d’uccello. Il paesaggio – spesso considerato un genere pittorico innocuo, depotenziato e addirittura decorativo – aveva acquistato, attraverso la serie di dipinti ricavati da questi fogli, una carica polemica assolutamente inedita e ciò avveniva, tuttavia, senza che l’artista tentasse di essere forzatamente realistico o descrittivo. Il paesaggismo di Velasco appare per certi versi “cugino” a quello di Turner, il grande artista ottocentesco che aveva raccontato la realtà e addirittura i fatti di cronaca attraverso la trasfigurazione dei dati reali medesimi.
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