Branco

1993 — 2023

Branco è un'installazione composta da un gruppo variabile di sculture che richiama i cani randagi che vagano per le città del Mediterraneo, animali abituati a sopravvivere in condizioni precarie e a muoversi in luoghi sempre nuovi e improvvisati, mantenendo un fragile equilibrio di gruppo.
Seguendo l’idea di un progresso anarchico, il progetto esplora le differenze etniche, razziali e linguistiche, istallandosi negli spazi in modo casuale. È una rappresentazione sociale improvvisata e in transito, un riflesso delle condizioni instabili tipiche delle città portuali.
Branco è una struttura architettonica antimonumentale: una disarmonia di pose, gesti e sguardi che si plasma come un gruppo mobile di sculture, simile a una periferia urbana -anarchica, abusiva, multietnica. I materiali utilizzati per le sculture richiamano quelli delle costruzioni abusive: cemento, ferro, reti metalliche, lamiere, catrame e piombo.
Ogni elemento dell'installazione, iniziata nel 2003 e ancora in sviluppo, prende il nome da una delle 450 "città fantasma" sparse per il mondo. Ciascun nome testimonia la parabola di ascesa e declino di un luogo che, attraverso dinamiche di aggregazione e sopravvivenza, aveva concretizzato il sogno utopico di una città, poi fallito, lasciando dietro di sé la leggenda di una città fantasma: 
Africo, Agdam, Agyra, Al Bara, Alta, Amendolea, Anadyrsk, Ani, Animas Forks, Antelope, Antuni, Apice, Arena, Arltunga, Armero, Asang, Ashio, Ashopton, Avi, Ayuttaya…