Veidrodis
Padiglione Italia, Biennale di Venezia
2011
Veidrodis è un momento, un capitolo di un progetto più ampio che Velasco Vitali costruisce attorno al concetto di città fantasma: un luogo sospeso nel tempo tra il ricordo di un passato, uno sguardo sul presente e i futuri possibili.
L’installazione presentata alla Biennale di Venezia, pensata e realizzata per il Padiglione Italia si ispira alla leggendaria città di Kitezh, sprofondata nelle acque nel XIII secolo per sfuggire al tentativo di conquista dei Tartari. Da allora Kitezh, che sorgeva sulle sponde del lago Svetloyar, rimase nascosta e divenne meta di pellegrini che ne cercavano il riflesso tra le acque del lago oppure speravano di sentirne i rintocchi delle campane. La tradizione di questa storia venne poi ripresa dal compositore russo Rimsky Korsakov che un anno prima di morire compose l’opera La leggenda dell’invisibile città di Kitezh e della vergine Fevronija (1907), e dal regista bavarese Werner Herzog nel documentario Rintocchi dal profondo (1993).
“Chiunque voglia sentire come parlavano gli indoeuropei deve andare ad ascoltare un contadino lituano” dice Antoine Meillet, celebre linguista francese. Veidrodis è una termine lituano che si potrebbe banalmente tradurre con “specchio”: in realtà si tratta di una parola composta da due, una che vuol dire “ciò che fa vedere“ e l‘altra “il tuo volto“. Veidrodis è ciò che fa vedere il tuo volto.
Comunicato stampa © 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia
Comunicato stampa © 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia